In realtà, se non ti sei prima liberato dei tuoi problemi personali, non puoi avere la prospettiva giusta per comprendere i problemi mondiali. Se la tua casa è in completo disordine, se il tuo essere più intimo è confuso, non sei nella situazione per comprendere problemi più vasti. Non hai nemmeno una comprensione di te stesso, comincia da lì, perché ogni altro approccio sarà sbagliato.
Persone che sono in uno stato di tremenda confusione mentale cominciano ad aiutare gli altri e a proporre soluzioni. Queste persone creano più problemi al mondo di quanti ne risolvano. Sono loro i veri seminatori di discordia: i politici, gli economisti, i dirigenti pubblici, i missionari. Sono loro a provocare disastri: la loro consapevolezza interiore non è ancora chiara e sono già pronti ad intromettersi nei problemi degli altri. In effetti questo è il loro modo di evitare la realtà, di non fronteggiarla. Ricorda che il problema del mondo sei tu, tu sei il problema: se prima non lo risolvi, tutto ciò che fai renderà solo le cose ancora più complicate. Prima di tutto metti in ordine casa tua, crea un universo al posto dell’attuale caos.
Un’antica storia indiana, una favola molto vecchia ma tuttora importante dice...
Un re potente, ma un po’ stupido, si lamentava che le asperità del terreno gli facevano male ai piedi. Ordinò così che l’intero regno fosse ricoperto da un tappeto fatto di cuoio, appunto per proteggergli i piedi. Il buffone di corte sentendo questo ordine scoppiò a ridere: “Il re è ha avuto un’idea davvero ridicola!” disse. Il re si arrabbiò moltissimo e minacciò il buffone: “Trova tu una soluzione migliore, altrimenti ti farò decapitare”. Il buffone rispose: “O sire, taglia dei pezzetti di cuoio e copriti i piedi con quelli”. Ed è così che nacquero le scarpe.
Non è necessario ricoprire tutta la terra di cuoio; se ti copri i piedi avrai coperto anche la terra. Questo è l’inizio della saggezza. È vero, ci sono dei problemi, sono d’accordo. Sono problemi grossi. La vita è veramente un inferno. Esiste la povertà, l’infelicità, la violenza, – ci sono follie di ogni genere – è vero, ma continuo ad insistere che il problema sorge nell’animo dell’individuo. Il problema esiste perché gli individui sono nel caos. Il caos totale non è null’altro che la somma di tanti fenomeni: tutti noi abbiamo contribuito con il nostro caos. Il mondo è una rete di relazioni; siamo collegati l’uno con l’altro. Io sono nevrotico, tu sei nevrotico: a questo punto la relazione diventa molto, molto nevrotica – si moltiplica, non si raddoppia soltanto. Tutti sono nevrotici, è per questo che il mondo è nevrotico. Adolf Hitler non nasce per caso, siamo noi a crearlo. Il Vietnam non nasce per caso, lo creiamo noi. È il nostro materiale infetto che emerge: paghiamo il prezzo del nostro caos. Inizia sempre da te: tu sei il problema mondiale. Quindi non cercare di evitare la realtà del tuo mondo interiore, questo è il primo passo.
La povertà non è la radice del problema, la radice è l’avidità. La povertà ne è il risultato. Continui a combattere la povertà ma non può succedere nulla. La radice è l’avidità; deve essere sradicata. La guerra non è il problema, l’aggressività individuale è il problema, la guerra ne è solo il prodotto. Il problema non è la guerra e i vari Bertrand Russel non possono essere di nessun aiuto. Il problema è l’aggressività all’interno di ogni individuo. Le persone non sono in pace con se stesse, quindi deve esistere la guerra, altrimenti queste persone diventerebbero matte.
Cambia alla radice: è necessaria una trasformazione radicale, non basterà una semplice riforma. Ma potresti anche non capire: io sono qui e parlo sempre di meditazione... no, non puoi vedere la connessione – come la meditazione è in relazione con la guerra. Io riesco a vedere questa connessione, ma tu non la riconosci. La mia idea è che se anche solo l’uno per cento dell’umanità diventa meditativa, le guerre scompariranno, è questo l’unico modo. È proprio necessario liberare una simile quantità di energia meditativa. Se l’uno per cento dell’umanità, il che vuol dire una persona ogni cento, diventa meditativa, le cose si struttureranno in modo completamente diverso. Ci sarà meno avidità: di conseguenza si ridurrà la povertà. La causa della povertà non è la scarsità dei prodotti – la causa è che la gente fa incetta di cose, perché la gente è avida. Pensa se gli uccelli fossero soliti accaparrare... alcuni diventano ricchi e alcuni diventano poveri; allora gli uccelli americani diventeranno i più ricchi di tutti, e il resto del mondo ne soffrità. Ma loro non accumulano niente, quindi non c’è povertà. Hai mai visto un uccello povero? Tra gli animali della foresta nessuno è povero e nessuno è ricco. Non vedi neppure uccelli grassi e uccelli magri e mingherlini. Tutti i corvi sono simili, non puoi nemmeno distinguerli l’uno dall’altro. Perché? Loro gioiscono, non accumulano.
Vivere nel momento, vivere nel presente, vivere con amore, con amicizia, responsabilmente... e allora il mondo sarà completamente diverso. L’individuo deve cambiare, perché il mondo non è altro che una proiezione dell’animo individuale. Ma ci sono delle persone a cui piace prendere vie molto tortuose: vorrebbero prima cambiare il resto del mondo e solo in seguito arrivare a se stessi. Ma lasciami dire che non sarai mai in grado di arrivare a te stesso se prendi una strada così lunga.
Ho sentito dire... Un vecchio era seduto sul ciglio della strada per Delhi mentre passava un giovane in macchina. Quest’ultimo si fermò e chiese al vecchio: “Quanto dista Delhi da qui?” Il vecchio rispose: “Se continui nella direzione in cui stai andando adesso, è molto, molto lontana. Dovrai fare il giro del mondo, perché Delhi è proprio dietro di te, a sole due miglia”.
Se ti volti indietro, non è molto lontano, sono solo un paio di minuti. Se vuoi cambiare il mondo intero e solo in seguito pensi di cambiare te stesso, non ci riuscirai mai: non arriverai mai a casa. Comincia da dove sei. Sei parte di questo mondo orrendo: se cambi te stesso, cambi anche il mondo. Cosa sei, se non una parte di questo brutto mondo? Perché vuoi cambiare il tuo vicino? Probabilmente lui non ne sarà contento, non sarà d’accordo, o non sarà interessato. Se sei diventato consapevole che il mondo ha bisogno di una grande trasformazione, allora sei proprio tu il mondo più vicino a te stesso: comincia da lì!