Non sono serio! Tutto quello che dico è solamente un gioco.

Più che altro un pettegolezzo, non un vangelo.

 

Se potrete amare e ridere completamente, con tutto il cuore,

la vostra vita si trasformerà in beatitudine e benedizione,

non solo lei ma ogni cosa intorno.

 

 

La risata è la vera essenza della religiosità. La serietà non è mai religiosa. La serietà è il frutto dell'ego, è parte della malattia chiamata ego. La risata non ha alcun fondamento egocentrico. Certo esiste una differenza tra la tua risata e la risata di un uomo religioso: tu ridi sempre degli altri, mentre un uomo religioso ride di se stesso oppure dell'intera ridicolaggine dell’essere umano. La religione non può essere altro che celebrazione della vita e la persona seria vive una vita squilibrata, deforme, pone delle barriere tra sé e la gioia dell'esistenza, non può danzare non può celebrare. La stessa dimensione della celebrazione scompare dalla sua vita. Un uomo così diventa simile a un deserto, puoi anche continuare a pensare e a fingere di essere religioso. Credi in qualcosa ma non sai nulla in prima persona. Credi nelle teorie ma un uomo troppo ossessionato dalle teorie diventa serio. L'unica preghiera reale, la sola riconoscenza per il fatto di esistere è la risata. Oggi si ride solo quando c'è una ragione per farlo, quando qualcosa ci costringe a ridere. Io debbo raccontarvi molte barzellette perché temo che voi tutti abbiate la tendenza a essere seri. Vi debbo eccitare, solo così vi scordate della serietà associata alla religione vi dimenticate delle filosofie delle teorie dei sistemi di pensiero e ritornare con i piedi per terra.

 

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Ridere è un privilegio dell’uomo. La risata ha in sé qualcosa di divino; qualcosa che è accessibile solo all’uomo. Solo l’uomo è in grado di ridere, poiché può avere il senso dell’assurdo, del ridicolo; poiché può vedere in profondità e riconoscere tutte le stupidità che lo circondano, e che si atteggiano a saggezza, gli sciocchi che pretendono di essere intelligenti, che si atteggiano a intellettuali. Non reprimere mai; se reprimi, perderai ogni allegria, perderai qualsiasi senso dell’umorismo. La repressione distruggerà tutto ciò che di umano esiste in te. E, allorché l’umano viene distrutto, non puoi conseguire il divino, poiché l’umanità è il ponte. L’uomo è un ponte tra l’animale e il divino.

 

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Qualche volta, quando sei nella tua stanza,

chiudi la porta e fatti un'ora solo di risate.
Ridi di te stesso.
Impara a ridere.
La serietà è un crimine e una malattia. 

 

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Oggi si ride solo quando c’è una ragione per farlo, quando qualcosa ci costringe a ridere. Se ti raccontano una barzelletta, tu ridi perché essa crea in te una forma di stupore, di meraviglia, una sorta di eccitamento. [...] E’ un modo psicologico, molto sottile per stimolarti. Io devo raccontarvi molte barzellette, perché temo che voi tutti abbiate la tendenza a essere seri. Vi devo eccitare, solo così vi scordate della serietà associata alla religione, vi dimenticate delle filosofie, delle teorie, dei sistemi di pensiero, e ritornate con i piedi per terra! Devo continuamente riportarvi coi piedi per terra, perché avete la tendenza a essere seri, a diventare sempre più seri… e la serietà è una malattia cancerogena!

 

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Ho appena parlato della risata, dei suoi poteri meditativi e medicinali. È certo che essa cambia la tua chimica interna: cambia le onde cerebrali e cambia l’intelligenza… diventi più intelligente. Parti della mente che erano rimaste addormentate, improvvisamente si svegliano. La risata raggiunge la parte più profonda del cervello, arriva fino al cuore. Chi riesce a ridere non può avere un attacco di cuore. Chi riesce a ridere non può suicidarsi. Chi riesce a ridere arriva automaticamente a conoscere il mondo del silenzio, perché quando la risata finisce, di colpo c’è silenzio. E quando la risata diventa più profonda, è seguita da un silenzio ancora più profondo. Di sicuro ti libera: dalle tradizioni, dagli inutili condizionamenti del passato. Ti dà una nuova visione della vita. Ti rende più vitale e radioso, più creativo.

 

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Sì, la risata è una terapia. Se fin dal principio ti viene permesso di goderti una risata di pancia, senza restrizioni, senza inibizioni, trovare il tuo buddha sarà una cosa facilissima: ti sarai liberato da ogni tipo di serietà. Sarai libero da ogni tensione, da ogni inibizione o repressione… solo in questa libertà puoi scoprire il buddha. Quindi, prima della meditazione ho riservato uno spazio speciale. Voglio che ridiate il più profondamente possibile, per potervi scaricare. Allora la meditazione diventa molto facile, niente ti può ostacolare. Il mio contributo al mondo è quello di fare del senso dell’umorismo una parte del cammino spirituale. Un uomo che non riesce a ridere è malato – di una malattia gravissima, mortale.

 

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Ridere è una delle cose che sono state maggiormente represse dalla società in tutto il mondo, in tutte le epoche. La società ti vuole serio. I genitori vogliono che i loro figli siano seri, gli insegnanti vogliono che gli studenti siano seri, i padroni vogliono che i servi siano seri, i comandanti vogliono che gli eserciti siano seri. A tutti viene richiesto di essere seri. Ridere è pericoloso, una cosa da ribelli. I tuoi genitori ti dicono qualcosa e tu ti metti a ridere: verrà preso come un insulto. La serietà è considerata qualcosa di onorevole e rispettoso. E così il ridere è stato così tanto represso che, sebbene la vita sia una cosa spassosa, nessuno ride. Se riesci a liberare la risata dalle sue catene, scopri, con sorpresa, che a ogni passo accade qualcosa di divertente. La vita non è seria. Solo i cimiteri sono seri, la morte è seria. La vita è amore, la vita è risata, la vita è danza e canto. Ma dobbiamo darle una nuova direzione. La tua vita è stata rovinata dal passato: ti hanno reso quasi incapace di ridere. La repressione costante della risata ti ha reso cieco al ridere, proprio come le persone che sono incapaci di vedere i colori. E l'infelicità, aggiunta alla serietà che ti fa sembrare così triste, ma se solo aggiungi una risata a questa infelicità, non ti sentirai più così triste! Guarda la vita, tutta intorno a te, e cerca di vedere il Iato buffo delle cose. Qualsiasi cosa accada ha un lato divertente, hai solo bisogno di avere il senso dell'umorismo. Voglio che il senso dell'umorismo sia una qualità fondamentale di un uomo buono, di un uomo morale, di un uomo religioso. E non c'è bisogno di darsi tanto da fare: se appena cerchi di vederlo, il lato buffo delle cose è dappertutto. La serietà è diventata quasi una parte della nostra carne e del nostro sangue. Dovrai fare uno sforzo per liberarti dalla serietà, e dovrai stare in guardia — se riesci a trovare un avvenimento divertente, non perdere l'occasione. Ci sono dappertutto persone che scivolano su una buccia di banana... solo che nessuno le guarda. Anzi, viene considerata una cosa che non va bene fare. Ridere richiede una grande saggezza, e la risata è una grande medicina. Può curare molte delle tue tensioni e ansietà: nella risata tutta l'energia può ricominciare a fluire. Non c'è neanche bisogno di aspettare l'occasione giusta. Nei miei campi di meditazione, avevo una meditazione della risata: la gente si sedeva e cominciava a ridere, senza alcuna ragione. All'inizio alcuni si sentivano un po' imbarazzati, perché non c'era una vera ragione, ma quando vedevano che lo facevano tutti... anche loro incominciavano. E ben presto, ridevano tutti quanti a crepapelle, si rotolavano per terra. E ridevano proprio del fatto che così tanta gente stava ridendo senza alcuna ragione: non ce n'era motivo... non era neanche stata raccontata una barzelletta. Non c'è niente di male... persino quando sei nella tua stanza, chiudi la porta e fatti un'ora solo di risate. Ridi di te stesso. Ma impara a ridere. La serietà è un peccato, una malattia. La risata ha una bellezza incredibile, una meravigliosa leggerezza. Ti trasmetterà questa leggerezza, e ti darà le ali per volare. La vita è piena di occasioni. Devi solo essere sensibile. Crea delle opportunità perché anche le altre persone possano ridere. Ridere dovrebbe essere una delle cose più preziose e più rispettate dell'umanità – perché solo gli uomini possono ridere, nessun animale ne è capace. E sicuramente qualcosa di superiore. Ridi un po', torna un po' bambino. Vedi di goderti la vita, non continuare ad andare sempre in giro con quella faccia seria, e scoprirai in te un benessere più sincero.

 

 

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Il Buddha che ride, conosciuto anche come il Buddha della felicità o Budai
Il Buddha che ride, conosciuto anche come il Buddha della felicità o Budai

Da me vorresti qualche rimedio serio. Non ti sarebbe di nessun aiuto. Bisogna che tu diventi un po’ sciocco. La vetta più alta della saggezza contiene sempre un pizzico di follia, i più grandi saggi del mondo erano anche sicuramente molto assurdi. Nei tempi andati, in ogni corte, c’era qualcuno un po’ folle il buffone di corte. Era una forza equilibratrice, perché troppa saggezza può essere sciocca: qualsiasi cosa, se troppa, diventa stupida. C’era bisogno di qualcuno che riportasse le cose terra terra. Nelle corti dei re un buffone era necessario, per aiutarli a ridere: la gente saggia tende a diventare seria, altrimenti, e la serietà è una malattia. A causa della serietà si perdono le proporzioni, si perde la prospettiva. Il buffone di corte diceva e faceva di tutto per riportare le cose a un livello terreno. Ho sentito di un imperatore che aveva un buffone. Un giorno l’imperatore si stava rimirando allo specchio. Arrivò il buffone, fece un salto e lo colpì coi piedi nella schiena. L’imperatore cadde contro lo specchio. Si arrabbiò moltissimo e gli disse: “Spiegami subito la ragione di questo tuo stupido gesto, altrimenti ti condanno a morte”. Il buffone rispose: “Mio signore, non avrei mai immaginato di trovarti qui, davanti a uno specchio. Credevo fosse la regina”. L’imperatore fu costretto a perdonarlo: la ragione suonava ancora più assurda dell’atto stesso. Ma per trovare una scusa simile, quello sciocco doveva essere molto saggio. Tutti i grandi saggi – Lao Tzu, Gesù – hanno una certa qualità di sublime follia. E deve essere così, perché altrimenti un saggio sarebbe un uomo insipido – avrebbe un gusto insopportabile. Deve anche essere un po’ sciocco. Solo allora le cose sono in equilibrio. Guardate Gesù – cavalca un asino e va dicendo alla gente: “Sono il Figlio di Dio!”. Guardatelo! Deve aver avuto entrambe quelle qualità. La gente avrà riso: “Dice queste parole e si comporta in questo modo...”. Ma io so che è così che si presenta la vera saggezza. Lao Tzu dice: “Tutti sono saggi, tranne me. Io sembro stupido. La mente di tutti è chiara, solo la mia sembra torbida e annebbiata. Tutti sanno cosa fare e cosa non fare: solo io sono confuso”. Cosa intende dire? Quello che sta dicendo è: “In me saggezza e stupidità si incontrano”. E quando saggezza e stupidità si incontrano, là c’è la trascendenza. Così vedi di non essere serio riguardo alla serietà. Ridici sopra, sii un po’ sciocco. Non condannare l’assurdità: ha la sua bellezza. Se riesci a essere tutte e due le cose, dentro di te avrai la qualità della trascendenza. Il mondo è diventato sempre più serio. Si spiega così l’aumento del cancro, delle malattie di cuore, della pressione alta, della pazzia. Il mondo è stato forzato verso un solo estremo. Siate anche un po’ sciocchi… Avete mai sentito di uno sciocco che è impazzito? Non è mai accaduto. Sono qua che aspetto sempre di sentire che uno sciocco è diventato pazzo. Non ne ho mai incontrato nessuno. Uno sciocco non può diventare pazzo, perché per impazzire bisogna essere molto seri. Ho anche cercato di vedere se gli sciocchi sono in qualche modo più sani dei cosiddetti saggi. Ed è proprio così: gli sciocchi hanno una salute migliore dei cosiddetti saggi. Vivono nel momento, non si preoccupano di quello che gli altri possono pensare di loro. Una tale preoccupazione diventa qualcosa come un cancro, nella mente e nel corpo. Gli sciocchi vivono a lungo e l’ultima risata è la loro. Ricordati: la vita dovrebbe avere un equilibrio molto profondo. Allora, proprio nel mezzo – nel punto d’equilibrio – puoi liberarti. L’energia si leva alta e anche tu cominci a innalzarti. Questo dovrebbe succedere per tutti gli opposti. Non essere saggio, non essere sciocco, vedi di essere entrambi, così da poter andare oltre.

 

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Se riesci a ridere di te stesso, va tutto bene. La gente ride degli altri, mai di se stessa. È una cosa da imparare. Se puoi ridere di te stesso, la serietà se n’è già andata. Non le lasci alcuno spazio se riesci a ridere di te stesso. Nei monasteri Zen, tutti i monaci devono ridere. La prima cosa che si fa al mattino è ridere, la primissima cosa. Non appena il monaco si accorge che non sta più dormendo, deve saltar giù dal letto, assumere un atteggiamento buffo – come un pagliaccio da circo – e cominciare a ridere, a ridere di se stesso. Non c’è modo migliore per cominciare la giornata. Ridere di se stessi uccide l’ego, ti rende più limpido, più leggero, quando ti muovi nel mondo. E, se hai riso di te stesso, la risata di chi ride di te non ti potrà certo disturbare. Anzi, stanno semplicemente cooperando, stanno facendo la stessa cosa che hai fatto tu. Ne sarai felice. Ridere degli altri è egoistico, ridere di sé è molto umile. Impara a ridere di te – della tua serietà e di tutte queste cose. Ti può capitare di prendere molto sul serio la tua serietà. Allora invece di una malattia, ne avrai create due. E in seguito prendi seriamente anche questa cosa, e così via. Non c’è fine a una situazione del genere, puoi continuare fino alla nausea. Così è meglio se l’affronti fin dall’inizio. Non appena senti che stai diventando serio, mettiti a ridere, e cerca dentro di te dove si trova questa serietà. Fatti una risata, una bella risata, chiudi gli occhi e cerca dove è finita: la serietà si trova solo in un essere che non sa ridere. Non c’è situazione più sfortunata di questa, non si riesce a immaginare qualcuno più disgraziato di un uomo che non sa ridere di se stesso. Per cui comincia il tuo giorno ridendo di te stesso, e ogni volta che trovi un momento libero nella tua giornata… quando non sai cosa fare, fatti una gran risata. Senza motivo – solo perché il mondo intero è così assurdo, solo perché è così assurdo il modo in cui sei fatto tu. Lascia che la risata nasca proprio dalla pancia, che non sia qualcosa di mentale. Uno può anche ridere di testa, ma allora è una cosa morta. Tutto quello che viene dalla testa è morto, assolutamente meccanico. Certamente, puoi anche ridere di testa, ma la risata non raggiungerà alcuna profondità, non arriverà nella pancia, nell’hara. Non andrà giù fino alle dita dei piedi, non si espanderà in tutto il corpo. Una risata vera è come quella di un bambino. Guarda come si scuote la sua pancia, tutto il suo corpo sussulta – si rotola sul pavimento. È una questione di totalità. Ride talmente che comincia a piangere; ride così totalmente che la risata si trasforma in lacrime, cominciano a scendergli lacrime dagli occhi. Una risata dovrebbe essere profonda e totale. Questa è la medicina che prescrivo contro la serietà.

 

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In alcuni monasteri Zen i monaci devono cominciare la giornata con una bella risata, e anche finirla con una risata: la prima e l’ultima cosa! Provaci. È bellissimo. Sembrerà un po’ folle perché in giro ci sono così tante persone serie; loro non saranno in grado di capire. Se sei contento, ti chiedono sempre il perché. Che domanda stupida! Se sei triste, non ti chiedono mai il perché. Lo danno per scontato: se sei triste, è tutto normale. Tutti sono tristi. Che c’è di nuovo? Anche se tu volessi raccontarglielo, non sono per niente interessati: sanno già tutto, anche loro sono tristi. Che senso ha raccontare una lunga storia? Lascia perdere! Ma se ridi senza una ragione, allora sì che se ne accorgono: ci deve essere qualcosa che non va in te. “Quest’uomo deve essere un po’ matto, perché solo i matti si divertono a ridere. Solo in un manicomio troverai qualcuno che ride”. È una sfortuna, ma le cose stanno proprio così. Potresti incontrare qualche difficoltà: se hai un marito o una moglie sarà difficile per te metterti improvvisamente a ridere alla mattina presto. Ma provaci lo stesso, è qualcosa che può darti veramente moltissimo. È molto piacevole alzarsi, uscire dal letto ogni mattina di questo umore. E senza alcun motivo! Perché non c’è un motivo. È solo che sei di nuovo qui, sei ancora vivo: è un miracolo! E sembra del tutto ridicolo! Per quale motivo sei vivo? E il mondo esiste ancora. Tua moglie sta ancora russando, e la camera è la stessa, la casa è la stessa. In questo mondo in continuo cambiamento – ciò che gli indù chiamano “maya” – almeno per questa notte non è cambiato nulla. È tutto lì: puoi sentire il lattaio e il rumore del traffico… tutti gli stessi rumori di sempre. Vale proprio la pena di ridere! Un giorno non vedrai il mattino. Un giorno il lattaio busserà alla porta, la moglie starà russando, ma tu non ci sarai. Un giorno verrà la morte. Prima di finire sottoterra, fatti una bella risata – fatti una bella risata, mentre c’è ancora tempo. Osserva come è tutto ridicolo: ogni volta inizia la stessa giornata – hai fatto le stesse cose in continuazione per tutta la vita. Di nuovo ti metterai le pantofole, correrai al bagno, ti farai la doccia: perché? Dove vuoi andare? Ti stai preparando e non hai nessun posto dove andare! Ti vesti, corri in ufficio… per che cosa? Solo per fare la stessa cosa di nuovo domani? Guarda come tutto è ridicolo, e fatti una bella risata. Non aprire gli occhi. Appena senti che il sonno se ne è andato, come prima cosa inizia a ridere, solo in seguito apri gli occhi – questo creerà una certa attitudine per tutta la giornata. Hai messo in moto una reazione a catena, una cosa ne provoca un’altra. Ogni risata ti porta a un’altra risata. Le persone invece fanno quasi sempre proprio la cosa sbagliata. Si alzano dal letto tristi, cupe, depresse, infelici… e cominciano a lamentarsi, fin dalla mattina presto. Poi una cosa tira l’altra, e tutto senza uno scopo. Si arrabbiano… è qualcosa di veramente sbagliato perché cambia il tono di tutta la giornata, crea un modello che verrà poi seguito per tutto il giorno. La gente dello Zen è molto più sana. Nella sua follia è molto più sana di te. Comincia con una bella risata… e vedrai che così sentirai per tutto il giorno che questa risata continua a spumeggiare dentro di te, pronta a esplodere in ogni occasione. Ci sono così tante cose ridicole che accadono in giro! Dio starà per morire dalle risate: sono secoli, un’eternità, che continua a vedere tutto ciò che c’è di ridicolo nel mondo. La gente che ha creato, e tutte le altre assurdità: è proprio una farsa. Probabilmente sta ridendo. Se diventi silenzioso, dopo la risata, un giorno ti accorgerai che anche dio sta ridendo, sentirai l’intera esistenza ridere, gli alberi e le pietre e le stelle… insieme a te. Il monaco Zen va anche a dormire alla sera con una risata. Il giorno è finito, è finita di nuovo la commedia; ridendo lui sembra dire: “Arrivederci, e se sopravvivo, domani mattina ti saluterò di nuovo con un risata”. Prova! Inizia e finisci la giornata con una risata, e vedrai che tra questi due momenti, a poco a poco, ci saranno sempre più risate.

 

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La risata è iniziata con Mahakashyapa e ha poi continuato a esistere ininterrottamente nella tradizione Zen. Nessun’altra tradizione è veramente in grado di ridere. Ridere appare così irreligioso, profano, che è impossibile immaginare Gesù che ride, è impossibile pensare a Mahavira che ride. Non puoi proprio concepire Mahavira che si fa una bella risata di pancia, o Gesù che ride fragorosamente. No, la risata è stata sempre negata e la tristezza è diventata, in un certo senso, qualcosa di religioso. Un famoso pensatore tedesco, il conte Keyserling, ha scritto che la salute non è religiosa. La malattia ha delle qualità in sintonia con la religione, perché una persona malata è triste, priva di desideri: questo non perché si sia lasciata alle spalle tutti i desideri, ma solo perché è troppo debole. Una persona sana vuole ridere, vuole godersi la vita, vuole essere allegra, non può essere triste. Quindi le religioni hanno cercato in tanti modi di renderti malato: digiuna, reprimi il corpo, torturati. Diventi triste, pensi a suicidarti… ti crocifiggi da solo! Come farai a ridere? La risata nasce dalla salute, è energia che trabocca. Ecco perché i bambini possono ridere, e la loro è una risata totale. Tutto il corpo ne viene coinvolto, quando ridono ti sembra che ridano anche le dita dei piedi. Tutto il corpo, ogni cellula, ride e vibra. Sono così pieni di salute, così vitali: l’energia fluisce. Un uomo triste è un bambino malato, mentre un vecchio che ride è ancora giovane. Persino la morte non può invecchiarlo, nulla può renderlo vecchio. La sua energia fluisce ancora e trabocca, ne è sempre inondato. La risata è un diluvio di energia. Nei monasteri Zen hanno continuato a ridere e ridere e ridere. La risata diventa preghiera solo nello Zen, perché Mahakashyapa è stato il primo a iniziare. Venticinque secoli fa, in una mattina che era proprio uguale a questa, Mahakashyapa ha dato vita a una nuova tendenza, completamente nuova, sconosciuta alla mente religiosa del passato: si è messo a ridere. Si è messo a ridere di tutta l’idiozia, di tutta la stupidità. E Buddha non l’ha condannato; anzi, al contrario, gli ha detto di avvicinarsi e gli ha dato un fiore e ha parlato alla folla. Quando la folla ha sentito la risata, avrà pensato: “Quest’uomo è impazzito. Quest’uomo non ha rispetto per Buddha. Come puoi ridere in presenza di un buddha? Quando un buddha è seduto in silenzio, come puoi ridere? Quest’uomo non ha alcun rispetto”. La mente dirà che tutto questo è mancanza di rispetto. La mente ha le sue regole, che il cuore non conosce; il cuore ha le proprie regole, ma la mente non ne ha mai sentito parlare. Il cuore può ridere eppure continuare a essere rispettoso; la mente non può ridere, può solo essere triste ed essere molto rispettosa. Ma che genere di rispetto è quello che ti impedisce di ridere? Con la risata di Mahakashyapa, è iniziato qualcosa di nuovo e nel corso dei secoli questa risata è andata avanti. Solo i maestri Zen, e i discepoli dello Zen, ridono. Tutte le religioni sono diventate malate perché la tristezza è diventata sempre più importante. I templi e le chiese assomigliano a dei cimiteri: non hanno affatto un’aria di festa, non ti danno un senso di celebrazione. Cosa vedi se entri in una chiesa? Non la vita, ma la morte: Gesù crocifisso è l’ultimo tocco nel quadro della tristezza. Puoi forse ridere in chiesa, danzare, cantare in chiesa? È vero, ci sono dei canti, ma sono tristi, e la gente è seduta con la faccia lunga. Non è una sorpresa che nessuno voglia andare in chiesa: è solo un dovere sociale da adempiere. Non sorprende che nessuno si senta attratto dalla chiesa: è una formalità. La religione è diventata una cosa della domenica. Per un’ora puoi tollerare tutta quella tristezza. Mahakashyapa si mise a ridere davanti a Buddha, e da allora i monaci zen, i maestri, hanno fatto cose tali che le menti religiose – le cosiddette menti religiose – non riescono nemmeno a concepire. Se hai visto qualche libro Zen, forse hai visto anche qualche ritratto, qualche dipinto di un maestro Zen. Nessuno di questi ritratti è fedele all’originale. Se guardi il ritratto di Bodhidharma o quello di Mahakashyapa, non sono ritratti fedeli del loro viso, ma ti basta guardarli per avere la sensazione della risata. Sono spassosi, ti fanno ridere.


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La meditazione della risata


Appena ti svegli, la prima cosa da fare… non aprire gli occhi. Appena senti che il sonno se ne è andato, inizia a ridere mentre sei ancora a letto. Per i primi due o tre giorni sarà difficile, ma poi arriverà, e arriverà come un’esplosione. All’inizio è difficile perché ti senti stupido: perché stai ridendo? Non c’è motivo. Ma a poco a poco continuerai a sentirti stupido ma riderai della tua stupidità – e a quel punto prenderà il sopravvento. Allora diventerà irrefrenabile: riderai di tutta questa assurdità. Poi qualcun altro – tua moglie, la tua ragazza, il vicino – inizierà a ridere, vedendo come sei stupido, e questo ti sarà di aiuto. La risata può diventare contagiosa. Prova. Ridi ogni mattina e, se ti diverti, anche ogni sera prima di andare a dormire.