Le mie idee sono universali


 

 

Osho, ciò che dici può significare moltissimo per molte persone. Il tuo messaggio si è diffuso e non può che portare a un’esplosione spirituale. E pare l’unica speranza che ci resta oggi. Come intendi fare affinché le tue idee crescano, si diffondano e germoglino per fiorire in qualcosa di più universale, più accettabile, più consueto?

 

Stai chiedendo l’impossibile. Le mie idee sono universali. Questa è la ragione per cui non possono essere universalmente accettate. La mente della gente non è universale, è molto locale. Prima viene la nazione, la religione, la lingua, o magari una setta della religione o un dialetto della lingua locale. La gente vive in confini molto angusti. Altrimenti, i sikh che chiedono di avere una nazione separata non sarebbero possibili.

Al contrario, nel mondo dovrebbero esserci persone intelligenti che chiedono un mondo unico. Questo risolverebbe i problemi. Il mondo è già così diviso in tante piccole parti che se lo dividi ancora, la capacità di risolvere i problemi diventerà sempre più limitata.

Quindi, come prima cosa, il mio messaggio è già universale, e questo è uno dei problemi. Se fosse induista, almeno sarei a posto con 400 milioni di hindu. Se fosse cattolico sarei a posto con 700 milioni di cattolici. Ma il mio messaggio è universale, non è né hindu né musulmano né cristiano, ma puramente esistenziale, non basato sul passato, ma sulla mia esperienza personale.

In secondo luogo, mi chiedi di parlare e di portare il mio messaggio alla gente in modo che diventi più accettabile, più consueto. 

Avete già così tante dottrine consuete, religioni consuete, ideologie consuete. Il mio approccio resterà non consueto, perché gli approcci consueti hanno fallito. Bisogna provare qualcosa di inconsueto.

Lo so che mi ami e che vuoi che il mio messaggio raggiunga la gente, ma il tuo amore è cieco. Non vedi le implicazioni di ciò che dici. Dici: “Il tuo messaggio non potrebbe essere più accettabile?”. Questo implica che dovrei scendere a compromessi. Che dovrei pensare a tutte le persone cieche che mi circondano e che dovrei adattarmi alle loro idee. È un tradimento della verità. Ogni compromesso è un tradimento.

Il mio messaggio resterà universale anche se rimanessi l’unico ad aver fiducia in esso, perché la sua universalità non implica un numero di seguaci. La sua universalità implica che è la dottrina fondante dell’esistenza. E non riesco a concepire come potrebbe essere più accettabile.

L’unico modo è bussare a quante più porte possibili, urlare dai tetti delle case sperando che ci sia qualcuno che non è sordo, qualcuno che non è cieco. Ma non posso scendere a compromessi su alcun punto, perché non è un business.

Chi sono io per scendere a compromessi per conto della verità? 

E una verità compromessa diventa una non verità. La verità è assolutamente al di là di ogni compromesso.

Ma è sempre stato così. Tutti i maestri del passato han dovuto confrontarcisi. Sono sempre stati un passo avanti rispetto ai tempi in cui vivevano. Sembra che faccia parte della natura della vita: le persone che lasciano il segno nella coscienza umana sono sempre un passo avanti rispetto ai tempi in cui vivono, perché ci vogliono cento anni, duecento anni perché la gente le capisca. Se fossero al passo coi tempi, non appena la gente le capisse sarebbero datate. Devono essere un passo avanti rispetto ai tempi, in modo che quando la mente umana e la coscienza umana raggiungeranno il punto in cui potranno essere comprese, il messaggio sarà disponibile.

Quindi l’impegno più grande, per i sannyasin, è di mantenere il messaggio puro, non contaminato, da loro o da altri, e aspettare.

Il futuro sarà certamente più ricettivo, più accogliente. Magari noi non ci saremo più, ma possiamo riuscire a trasformare la coscienza nei secoli a venire. 

E il mio interesse non concerne solo questa umanità, ma l’umanità in quanto tale.

Fa’ che il messaggio sia puro, a 24 carati. E presto arriveranno le persone per le quali ho costruito il tempio, anche se è triste che mentre il tempio lo stai costruendo nessuno arriva. E quando la gente comincia ad arrivare, tu non ci sei. Ma bisogna comprendere una cosa: facciamo parte della corrente del fiume della consapevolezza.

Magari non ci sarai in questa forma, ma ci sarai in un’altra. E tieni a mente di non porre mai tali domande, che io dovrei essere più accettabile, più rispettabile, più in accordo con le masse. Non posso.

E non perché sono testardo. È solo che non si possono fare compromessi con la verità, non è mai successo, e sarebbe il peccato più grande.