Nella vita, ogni volta che mi sento infelice, sono sempre arrivato al punto di ridere di me stesso e tornare a sentirmi libero – quando capivo che non avevo fatto altro che smettere di amare me stesso. Forse questa intuizione di per sé non è particolarmente profonda, ma nel momento in cui accade mi sorprende sempre constatare con quanta facilità, con quali motivazioni e per quanto tempo io sono disposto a rinunciare all’amore verso me stesso. Questo fatto è la radice della sofferenza della maggioranza degli uomini, oppure è solo un problema mio?


Non è un problema solo tuo, è la radice della sofferenza della maggioranza degli uomini, ma non col significato che tu gli attribuisci. La tua ricaduta nell’infelicità non dipende dalla mancanza d’amore verso te stesso. La verità è questa: tu hai creato un sé che in realtà non esiste, quindi a volte questo sé irreale soffre di infelicità amando gli altri – perché è impossibile che l’irrealtà generi amore. E questo non accade soltanto da parte tua: due sé irreali che tentano di amarsi… prima o poi un progetto simile è destinato a fallire. E quando fallisce ricadi su te stesso – non hai un altro luogo dove andare. E pensi: non ho fatto altro che smettere di amare me stesso. In un certo senso è un piccolo sollievo: almeno, invece di due irrealtà, ora ne vivi una sola. Ma cosa trarrai dall’amore verso te stesso? E per quanto tempo riuscirai ad amare te stesso? Il tuo sé, essendo irreale, non ti permetterebbe di osservarlo a lungo – sarebbe pericoloso – poiché se tu lo osservassi a lungo, questo cosiddetto sé scomparirebbe; allora saresti realmente libero dall’infelicità. Ti rimarrebbe l’amore non rivolto non verso qualcuno in particolare, né verso te stesso. Ti rimarrebbe l’amore non indirizzato verso qualcuno in particolare, poiché non avresti nessuno cui rivolgerlo, e quando l’amore esiste in te senza un oggetto sul quale riversarsi, allora la tua beatitudine è davvero grande! Ma questo tuo sé irreale non concede molto tempo: presto ti innamorerai di nuovo di qualcuno: perché un sé irreale ha bisogno del sostegno di altre irrealtà. Perciò la gente si innamora e si disamora continuamente – accade un fenomeno strano: anche dopo aver vissuto per dozzine di volte le stesse sensazioni, la gente non riesce a vedere un’evidenza. Tutti sono infelici – siano quando sono innamorati di qualcuno, sia quando rimangono soli e non sono innamorati – in questo caso però sentono un sollievo momentaneo.

In India, quando qualcuno muore viene stesso su una portantina di canne di bambù e portato sulle spalle da amici e parenti. Durante il tragitto le persone si danno il cambio a distanza di pochi minuti – coloro che lo portano sulla spalla destra cambiano il posto per portare il peso sulla spalla sinistra e viceversa. Si danno il cambio ogni pochi minuti: spostando il peso da una spalla all’altra provano sollievo. In effetti non cambia niente: il peso grava sempre sulle loro spalle, ma intanto una spalla gode di una sorta di sollievo. E’ un sollievo momentaneo, poiché in breve tempo l’altra spalla comincia a dolere, perciò la spalla ora libera dovrà dare il cambio di nuovo. Così è la vostra vita. Continuate a cambiare il partner nella speranza che quest’uomo o questa donna vi porti in quel paradiso cui anelate da sempre. Ma tutti vi portano all’inferno – senza fallo! E non dovere biasimarli: stanno facendo esattamente ciò che fate voi – tutti coltivano un sé irreale, che non può generare alcunché. Il sé irreale non può sbocciare: è vuoto – è pieno di abbellimenti, ma all’interno è totalmente vuoto.

Pertanto, quando vedi da lontano un uomo o una donna, ti senti attratto – ma più ti avvicini alla persona e più il tuo interesse diminuisce. Quando quella persona è di fronte a te, non è un incontro ma uno scontro. Vedi improvvisamente che quella persona è vuota e ti senti imbrogliato e deluso: in realtà non ha nessuna delle doti che prometteva di avere. E l’altra persona vive la tua stessa situazione. Le promesse sfumano e ciascuno di voi diventa un peso per l’altro, ciascuno di voi due rende infelice l’altro, ciascuno di voi due causa tristezza all’altro e tenta di distruggerlo. A quel punto vi separate. Per un breve periodo di tempo ti senti sollevato, ma la tua irrealtà interiore non può lasciarti a lungo in questo stato: ben presto ricominci a cercare un’altra donna o un altro uomo e ti ritroverai nella medesima trappola. Cambiano solo le facce, la tua realtà interiore rimane la stessa – vuota.

Se vuoi liberarti davvero dell’infelicità e della sofferenza devi comprendere che tu non hai un sé. Allora gusterai non un breve sollievo, ma un sollievo immenso. Se comprendi di non avere un sé, scompare anche il bisogno dell’altro. Era solo un bisogno del sé irreale di essere nutrito da un altro sé irreale. Ora non hai più bisogno dell’altro. Ascoltami con attenzione: solo se non hai più bisogno dell’altro, puoi amare.

E quell’amore non creerà in te infelicità. L’amore – quando trascende i bisogni, le richieste e i desideri – diventa una dolce condivisione, una comprensione profonda. Il giorno in cui riuscirai a comprendere te stesso, comprenderai l’intera umanità. Allora nessuno riuscirà più a renderti infelice. Allora saprai che gli uomini soffrono a causa del loro sé irreale e gettano la loro infelicità su chiunque viva vicino a loro. Allora il tuo amore ti renderà capace di aiutare la persona amata a liberarsi del tuo sé irreale.

Conosco solo un modo in cui l’amore può presentarsi… L’amore può presentarsi solo se hai la consapevolezza che tu non sei e che il tuo sé è immaginario. Quando due persone comprendono questa realtà, improvvisamente diventano una, poiché non possono esserci due nulla: esiste solo il Nulla. Due entità possono rimanere due, ma due nulla non possono rimanere due, perché cominciano subito a dissolversi e a fondersi e sono destinati a diventare il Nulla. Per esempio: voi siete seduti qui con me… Se ciascuno di voi è un ego, allora siete in molti e potete essere contati. Ma io vedo – e probabilmente molte volte riuscite a vederlo anche voi – che in certi momenti c’è un silenzio assoluto. In quei momenti, sarebbe impossibile contare il numero dei presenti. In quei momenti esiste una consapevolezza unica, un silenzio unico, un Nulla unico: una totale assenza di sé. Solo in quello stato una coppia può vivere una gioia eterna, solo in quello stato un gruppo qualsiasi può vivere in bellezza e solo in quello stato l’umanità intera può vivere un’esistenza davvero benedetta.